Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Il papiro del 28/06/2019

Ultimo Aggiornamento: 28/06/2019 21:05
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 233
Sesso: Maschile
Amministratore
28/06/2019 21:05

Nel 2000, neo maggiorenne, mio padre mi prese nella sua azienda di servizi fotografici, specializzata al contempo in video professionali per matrimoni, lauree, cresime, comunioni, battesimi ed eventi vari. In una giornata si guadagnavano anche 1-2 milioni di Lire che vent'anni fa era come guadagnare 800-1500 euro in una giornata lavorativa oggi. Mica male. Il tentativo fatto da mio padre fu quello di cercare, a me, ragazzo timidino e impopolare ( causa corpoefacciadicazzo ) di inserirmi socialmente/lavorativamente, agendo io come suo secondo ( aiutante sul campo ) in prima battuta per poi prendere il suo posto in vista del pensionamento. Sperava che io potessi portare avanti quella specifica attività, fonte di buon reddito a fronte di quasi irrisorio investimento ( come una Scuola Guida, o le pompe funebri, d'altronde ) e di fatto Part-time.

Ci fu per me la fase di apprendistato con gli strumenti del mestiere. Nessun problema con le Fotocamere Reflex, sapendo l'essenziale sull'esposizione e i parametri in Automatico più il cavalletto, le foto si facevano quasi da sole. Il cavalletto fa il 70% del lavoro, in fotografia.

I video si facevano con le videocamere professionali che erano un investimento consistente e la conversione video in rapporto 4:3 PAL/NTSC ( oggi farebbe ridere ) avveniva all'epoca su VHS o CD-ROM. Ci voleva abbastanza indottrinamento sia nella postproduzione che nel dover essere stabili nelle riprese in movimento. Per le videocamere esistevano supporti che le potevano trasformare in steady-cam, facilitando il tutto, ma nonostante questo ci voleva lo stesso un allenamento all'uso e una certa perizia, in quanto una camera di quelle pesava circa 12 chili e la messa a fuoco era manuale, così come quasi tutti i parametri. In pratica oggi tutti possono fare i videomaker della domenica ma allora ci voleva un corposo indottrinamento tecnico-pratico per quelle specifiche videocamere professionali di movimento, che garantivano una qualità che oggi ha un semplice Iphone dal 6 in poi.

In pratica avere a che fare con le videocamere professionali era come avere una fotocamera reflex in cui continuamente dovevi variare i parametri manualmente a seconda di luce, staticità o dinamicità dei soggetti inquadrati, il tutto mentre ti muovevi e con il peso del dispositivo su spalle o braccia.
Capii che il lavoro era duretto, ma limitato nel tempo, non era andare in miniera ma neanche stare comodo in ufficio. Peccato che il mio fisico costituzionalmente superectomorfo con ossa da bambino su 185 cm di altezza non aiutò così come il mio polso di appena 17 cm di circonferenza ( sob ). Non potevo fare fronte all'impegno video, quindi venni messo da mio padre come addetto ai video su camera montata su cavalletto, dentro la chiesa/locale durante la cerimonia e addetto alle foto mobili, su cavalletto semovente. Roba leggera. Adatta al mio fisico quindi, oltretutto non ricettivo ad alimentazione, integrazione ed allenamento colpa di una genetica Puttana di merda. Anche se, alla fine della fiera, la facciadimmerda è la sola ed unica cosa che mi ha fottuto, in verità vi dico.

Ci sono gli umani, i normali, quelli con le ossa corporee e facciali normali, gente ben sviluppata osseamente... E poi c'ero io, come un asteroide che sfreccia nel vuoto spaziale in mezzo ai pianeti rigogliosi e floridi. Un bug del sistema. Una mosca bianca in mezzo a milioni di mosche nere, un caso raro, di quelli che destano stupore o compassione, quando va male derisione e odio, anche paura. Il tutto per l'aspetto esteriore, facciale in primis.
Già le prime volte, quando arrivavano i clienti dietro appuntamento in laboratorio e mio padre li riceveva, nel mentre io stavo defilato a prendere note, sentivo talora nel conciliabolo il committente sincerarsi con mio padre se per caso fossi io a fare il servizio foto/video, quasi preoccupati manco gli arrivasse nel momento della celebrazione e dell'immortalamento di eventi di vita gioiosi un così sghembo figuro a rovinare l'estetica e l'armonia della location. Spesso se mio padre diceva sì, che io collaboravo attivamente, alcuni declinavano l'affare con una scusa e si rivolgevano ad altri che fornivano il medesimo servizio. Finì che mio padre mi disse di non presenziare alle trattative, alla stipula del contratto del servizio, arrivavo così con lui a sopresa fotocamera/attrezzature alla mano nel bel mezzo degli eventi. Col risultato che alcune volte venivamo allontanati non prima di essere scrutato come un animale raro e pericoloso, un mostro. Se andava bene, nessuna "mancia" per me, nessuna richiesta di foto spontanea da parte di invitati, parenti. Risposte sgarbate al mio invito a fotografarsi tra invitati, parenti, amici. Uno squallore. " Da te non mi faccio fotografare ", " Ma cosa vuoi? " - e relative risate di commento - , " Non ti ci segare poi sulla mai foto eh!" e anche qui risate ( un sacco ), " Ma poi una copia della mia foto resta per sempre a teee? Uuurgh... ". A un certo punto finì, come spesso mi era successo aldilà di quel temporaneo lavoro, che fotografavano me, e nel mentre lo facevano un'aria di scherno del viso. Come fossi un animale, una cosa speciale, che debba andare oltre il ricordo mnemonico, che si debba immortalare.

Io vorrei lasciare che le parole dipingano cosa ho passato, entrate dentro me ( nessun doppio senso alla Balasso ), vi scrivo così... Pochi anni prima, 1996, io quindicenne, in vacanza, dei ragazzi, un luogo di attesa... già uno di loro mi guardava strano, un altro si gira, risata alla mia faccia, aria di sufficienza e a una certa: CLIC! Flash di macchina fotografica su di me, sulla mia anima. Ero adolescente. I miei coetanei avevano tutt'altre esperienze. Io non lo perdòno a chiunque ci sia in cabina di regia, se c'è. Non è giusto, punto. E non c'è nessuna cabina di regia, in realtà. Secondo alcuni operatori " olistici " la "cabina di regia" sarei io stesso... Quindi io sarei masochista? Perfetto. Non lo sapevo. No, solo un caso sfortunato per me, ma un caso che è forse " correggibile ".

Vedete, al giorno d'oggi tutti più o meno vivono e possono inseririsi, tranne i veri cessi. Mentre gli handicappati sono tutelati, beneficianti di pensioni, protetti e nessuno si permette certi atteggiamenti negativi, perché ne verrebbe fuori " male " da una situazione di discriminazione da lui attuata più o meno attivamente verso un handicappato, un Brutto semplice rappresenta un obbrobrio, un'offesa alla morale, un non avente diritto nè a stima, nè a semplice rispetto umano. Un non meritevole di tatto e cortesia, anzi, meritevole dell'opposto. Ma nessuno sceglie che faccia avere. Xenofobia... Omofobia... E la bruttofobia? Non esiste, noooo. Nessuna tutela per Noi. In questo Universo materiale, la condizione di brutto solido ed oggettivo è ciò che meglio può incarnare l'inferno, per chi sciaguratamente e semplicemente per un caso bastardo la vive. Una vita negletta condita dal male e dalla derisione proprio nell'epoca dell'edonismo e del benessere reso accessibile e sbattuto in faccia, proprio nell'epoca ipersocial, nell'epoca dove si strombazza che tutti hanno una dignità di base e tutti possiedono quella innegabile possibilità di inserimento - a patto di un'estetica quantomeno normale o appena bruttina però NDR - e l'accettazione sociale non è messa in discussione, in teoria. Per un brutto o considerato tale, tutto il " bene " è negato. Chi malauguratamente si trova in questa condizione ha ben donde di essere disperato, soprattutto per come viene trattato, non per la sua condizione in sè, ma per come viene trattato. Non mi stancherò mai di ripete questa massima.

D'accordo, non si può piacere a tutti. Ma fare schifo a tutti dovrebbe essere motivazione sufficiente per essere aiutati ad inserirsi forzatamente agendo sul problema, rimuovendo il problema della bruttezza. La Costituzione italiana delinea nell'articolo 3 che gli ostacoli alla realizzazione di un individuo nella società dovrebbero essere rimossi. Il brutto potrebbe rimuoverli da sè, autonomamente, nel tempo , col guadagno del lavoro. Come io avrei potuto fare. Ma se un brutto automaticamente non trova lavoro per la sua bruttezza, come può salvarsi? E' un circolo vizioso. Mettiamo il caso che non si possa fare fronte alla chirurgia estetica, spesso risolutoria, neanche con risparmi o redditi dei più prossimi membri familiari, i quali poi dovrebbero comunque accondiscendere a una necessità evidente ma spesso considerata folle agli occhi degli stessi ( ogni scarafone è bello a mamma sua! ).

Il bruttone è semplicemente una persona finita, senza scampo. Il Vero brutto è finito.

Come mi sentii finito io, senza sapere che potevo risolvere il mio personale problema, irrisolvibile senza aiuto esterno, poiché non parliamo di massa muscolare da mettere su o di lavoro interiore, ma di ossa da far sviluppare nella faccia. Inoltre, quando non si ha consapevolezza di un problema non lo si riconosce, neanche se te lo fanno notare. Se uno ti dice " guarda c'è un chiodo nel muro! " : se tu non sapessi cosa sia un chiodo, spesso neanche lo metteresti a fuoco e lo vedresti tramite il tuo cerebro, in quanto non hai cognizione della funzione di quel maledetto chiodo, di cosa stracazzo sia. Puoi persino scambiarlo con il famoso giubbotto da motociclista. Non appena acquisisci consapevolezza di cosa è il chiodo - per appendere -e a cosa serve, sarà la prima cosa che noterai ogni qualvolta entri in una stanza.
Il "chiodo" è la bellezza, o la norma che a dir si voglia, almeno la norma, se proprio non si può raggiungere la bellezza. Se non capisci cos'è e a cosa serve, davvero, non puoi capire in che situazione ti trovi e " dove vai ".

Serve quello, la Norma. Io non ce l'ho mai avuta, se non prima dell'adolescenza, prima della non a caso definita " nascita sociale " dell'adolescenza, là, quel tempo dove si nasce davvero, ma non ho scelto di non averla, quella Norma, mentre coloro che deridono o discriminano per la bruttezza altrui, che scelgono di discriminare e odiare per una caratteristica altrui di cui la vittima non ne ha gran colpa, quelli sì che hanno colpa perché sono dei luridi bulli, sono... colpevoli. Non siamo animali, non deve esistere questa che è la peggiore delle discriminazioni. Alla fine sono giunto alla conclusione che è meglio subire, certe cose, che farle. Ma è un altro Coping. Io volevo vivere. Come tutti. Solo quello. Ma io sono sbagliato.

Quella Norma non la potrò forse mai raggiungere, ma in ogni caso quello che è stato è stato e so bene che non potrò reggere, vivere, convivere a lungo con la mia personalissima coscienza amareggiata dal mio essere stato sbagliato e dilaniata dalla consapevolezza di una vita non vissuta, come diceva Leopardi, con la differenza che Leopardi era un nano malformato, io cosa avevo di male, di sbagliato? Nulla o quasi, o meglio, niente di tremendo in tempi in cui le tipe sono molto "generose" con tanti, in tempi in cui non credo meritassi di essere escluso mi sono ritrovato bullizzato e rigettato. O compatito. Potevano darmela come a tutti gli altri, e potevano essermi amici i maschi. No, rifiutato, maltrattato e bullizzato. Io resto solo con la mia coscienza sporca, sporcata dalla vita. Che ad altri - a molti - lava.

Questo Papiro è dedicato alla memoria di Marco Boni e Michele Ruffino, morti per la stronzaggine altrui, istigati de facto al suicidio, rispettivamente a 16 e 17 anni. Maledetti bulli e maledette sporche fighe di legno con chi ne avrebbe bisogno, di fica, il che coincide fatalmente con chi spesso non vi aggrada. Avete la fica voi? Orbene, vi serve solo il lubrificante al caso non vi piaccia la controparte, mentre al maschio serve vedere la bellezza affinchè il cazzo gli tiri. Dovevate restare ligie a questa innegabile realtà: la bellezza serve solo ai maschi, giacché è a noi che deve... tirare... Voi, al caso, lubrificare!
Ma al contempo alle ragazze, donne, dico: datecela anche a noi, aiutateci, non vi costa nulla... Un cazzo in più o in meno, che vi cambia? Siamo anche disposti a metterci la maschera, quei pochi dannati che siamo. Lo dico con dignità. Se fossi andato al lavoro di fotografo/videomaker con la maschera, se non fosse stato vietato portarla in luogo aperto dalla Legge, probabilmente avrei 2-300000 K di risparmi essendo rimasto a vivere con i miei. Sarei a posto per tre vite, se questi soldi oggi non ce li ho, è colpa soprattutto vostra nonché dei vostri zerbini bulli, mi avete indotto a ritirarmi socialmente trattandomi costantemente di merda, anche fuori dalla scuola, ma per la società se mi è successo questo o mi succede tuttora questo, sono io che lo "permetterei"agli altri, è pur sempre colpa mia, perché... sono " matto"! Ahahah! Che risate, roba di schiattare dal ridere, o da recuperare velocemente dal cassetto di un mobile una corda e del sapone e attaccarsi al soffitto. Io non sono malato mentalmente, mentre scrivo tutto ciò, sono solo stanco del mio infame destino. Io sono sanissimo. Mi fotte solo l'aspetto, ohimè. Ricordate però, voi... "normali": avete avuto solo culo a non essere brutti, ritenetevi fortunati e abbiate simpatia per noi "diversi", aggettivo che, non a caso, ODIO.

Del resto... poteva capitare a voi, di essere brutti. Buonanotte Normali. Anche se.. troppo spesso.. semplicemente Stronzi.

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi
Cerca nel forum
Tag discussione
Discussioni Simili   [vedi tutte]

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 01:24. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com